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Scelte metodologiche
Ad oggi, si percepisce la mancanza di una mappatura aggiornata dei borghi. L’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) produce da oltre dieci anni un Atlante dei Piccoli Comuni. Nel 2018 è stata pubblicata l’ultima versione dell’Atlante, divenuto ora interattivo e accessibile online, con dati aggiornato al 31/12/2017. L’Atlante interattivo offre una rappresentazione dei dati relativi alla demografia sotto diversi aspetti: spopolamento, controesodo, altimetria e distribuzione nelle aree interne. L’ ANCI opera una suddivisione in tre classi demografiche dei borghi: da 0 a 1.000 abitanti, da 1.001 a 3.000 abitanti e da 3.001 a 5.000 abitanti.
A nostro avviso, riteniamo sia necessario rimodulare la segmentazione dei borghi. Un primo elemento da considerare è lo spopolamento, in quanto dai dati ANCI si rileva che la tendenza al decremento della popolazione non coinvolge omogeneamente tutti i piccoli comuni. I dati dell’ultimo decennio, e in particolare nell’arco di tempo compreso tra il 2011 e il 2017, mostrano che 965 piccoli comuni su 5.500 hanno registrato un incremento di popolazione superiore alla variazione demografica complessiva italiana nello stesso periodo: il 17,5%, con un’incidenza particolarmente rilevante nelle regioni a ridosso dell’arco alpino quali Valle d’Aosta, Lombardia e Trentino Alto-Adige.
Approfondendo l’analisi dei dati dell’Atlante in relazione alla distribuzione territoriale dei piccoli comuni “virtuosi”, si rileva che, dei 965, il 50% rientra nella fascia che va dai 3.000 ai 5.000 residenti e sono posizionati in pianura o sulla collina litoranea, quindi esterni alle aree interne. Il posizionamento logistico è fattore determinante per lo sviluppo territoriale, in quanto ha permesso ai comuni di valorizzare maggiormente le infrastrutture locali, attivare partenariati con soggetti pubblici e privati del territorio di riferimento, inserirsi in reti e progetti nazionali capaci di rivitalizzare i centri, riattivare servizi per cittadini1.
A fronte di questa situazione a prevalente andamento territoriale esterno alle aree interne, nello stesso periodo, l’Atlante registra nel 72% dei piccoli comuni un calo medio del numero di abitanti del 3%. Ripartendo il dato per i segmenti di riferimento, si rileva il seguente quadro:
- i comuni con una popolazione fino a 1000 residenti mostrano una certa stabilità, con una percentuale di spopolamento dello 0,7%;
- i comuni tra 1.001 e 3.000 residenti (45,8% del totale) registrano una perdita media del 4%;
- i comuni tra i 3.001 e 5.000 residenti hanno una diminuzione del 2,4%.
- 1 🡪 1.000, pari al 36%;
- 1001 🡪 2.500, pari al 36,7%;
- 2501 🡪 5.000, include il 27,1%.
- vi sono regioni in cui la quasi totalità dei piccoli comuni (tra l’80% fino al 95% del totale) ha popolazione entro i 5.000 residenti; in queste regioni, i comuni con popolazione superiore ai 2.500 residenti presentano condizioni di stabilità e sostenibilità del tutto assimilabili a quelle dei comuni al di sopra dei 3.000;
- i comuni compresi nell’Atlante ANCI nella fascia tra i 1.001 e 3.000 residenti sono 2.224 (dati ISTAT al 01/01/2021), ma, tra questi, 1.810 non superano i 2.500 abitanti; lo scarto di soli 414 comuni tra i due parametri, ANCI e nostro, non è significativo in termini quantitativi, ma l’approccio metodologico qualitativo da noi seguito incrociando i dati con quelli per densità regionale dei piccoli comuni genera dati che, a nostro parere, sono degni di interesse.
1A. Gallo, Controesodo. Le esperienze e le strategie a confronto nei piccoli Comuni, Anci.it, 5 luglio 2019, http://www.anci.it/controesodo-a-che-punto-siamo-al-panel-dei-piccoli-comuni-le-esperienze-dei-comuni/, ultimo accesso 28 luglio 2021.